Il genio di Giovanni Pico è indiscutibile, ma forse la sua vicenda
personale sarebbe stata diversa se la madre, Giulia Boiardo, intuendone
le capacità, non lo avesse indirizzato agli studi ecclesiastici,
mettendolo al riparo dalle lotte dinastiche che dilaniarono i fratelli
maggiori. Da questa e da altre analoghe considerazioni è nata l’idea di
programmare tre incontri dedicati ad altrettante “Dame del
Rinascimento”, per scoprire almeno una parte dell’universo femminile di
quel periodo storico. I tre incontri sono organizzati dal Centro
internazionale di studi “Giovanni Pico” in collaborazione con il Comune e
con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola.
Si inizia mercoledì 23 novembre, alle ore 18, presso
il Foyer del Teatro Nuovo, con lo storico e giornalista Giancarlo
Malacarne, che ci parla di Isabella d’Este Gonzaga. Isabella (1474-1539)
era figlia di Ercole d’Este, duca di Ferrara e sposò, appena sedicenne,
Francesco Gonzaga, marchese di Mantova. La sua bellezza ci è
testimoniata dai due ritratti di Tiziano e dal disegno di Leonardo.
Intelligente e colta (“nec spe, nec metu” fu il suo motto), chiamò a
corte i maggiori artisti dell’epoca, fra cui Raffaello, Mantegna, Giulio
Romano. Grande collezionista, fece costruire per la sua raccolta lo
studiolo, che resta uno degli ambienti più famosi della reggia di
Mantova. Era una brillante musicista, ma possedeva anche notevole
abilità politica, come dimostrò durante le numerose assenze del marito, e
soprattutto quando, morto il marito, governò la città come reggente del
figlio Federico. Grazie a lei, Mantova rafforzò il suo ruolo nello
scacchiere italiano e ottenne il titolo di Ducato.
Mercoledì 30 novembre, sempre alle ore 18, la
professoressa Gabriella Zarri dell’Università di Firenze ci parlerà di
Lucrezia Borgia (1480-1519). Figlia illegittima del Cardinale Rodrigo
Borgia (futuro papa Alessandro VI), Lucrezia è una delle figure
femminili più note, ma anche più controverse del Rinascimento.
Giovanissima, fu soggetta alla politica matrimoniale che doveva servire
alle ambizioni di potere del padre e del fratello Cesare. Dopo un
passato burrascoso, sposò Alfonso d’Este, duca di Ferrara. Qui, grazie
alla sua bellezza e intelligenza, si fece benvolere e poté dimostrare le
sue capacità politiche e amministrative. Accolse alla sua corte poeti
ed umanisti come l’Ariosto ed il Bembo.
Negli ultimi anni dimostrò una fervida devozione; sostenne i poveri,
fondando il Monte di Pietà ed entrò nell’Ordine dei Terziari
Francescani. Nell’ultimo incontro, martedì 6 dicembre,
ore 18, la professoressa Giuseppina Muzzarelli dell’Università di
Bologna, ci presenterà un personaggio, certo meno noto di Lucrezia
Borgia, ma non meno interessante: Grazia Nasì, una delle donne ebree più
ricche dell’epoca (1510-1569). Gracia Miquez Nasì, nata a Lisbona, fu
una delle figure emblematiche della comunità dei Marrani, termine con
cui si indicavano quegli ebrei, che pur costretti a convertirsi al
cristianesimo, mantenevano in segreto la loro adesione all’ebraismo. Fu
abile imprenditrice e usò le sue ricchezze per salvare molti ebrei
perseguitati. Le sue vicende rocambolesche, che la portarono in molte
città dell’Europa e infine a risiedere a Istanbul, sono state fonte di
ispirazione per vari romanzi d’avventura. Il ciclo di conferenze, che il
Centro di Cultura “Giovanni Pico” propone, è stato riconosciuto come
corso di aggiornamento; verranno quindi rilasciati gli attestati di
partecipazione ai docenti che ne faranno richiesta.

Isabella d’Este