Senza luce e senza panico
Data: Sabato, 16 agosto 2003 alle 19:17:48 CEST
Argomento: Attualità
Anche bondeno.com ha avuto, all’inizio, un corrispondente da New York: Andrea Malaguti
Carissimi, Siamo rimasti al buio circa quindici ore, dalle cinque di ieri pomeriggio alle sette di stamattina. Immaginati Manhattan, che senza elettricità’ non riesce a vivere. Da quando ci sono gli ascensori, le scale sono sempre meno agibili anche se devi arrivare al quinto piano; figuratevi il sottoscritto che sta al ventunesimo! Mi sono accorto del black-out quando ho visto il computer spento e non ho potuto riaccenderlo. … Cosi’ mi accorsi di avere in casa solo una candela, bella grossa e avvolta da un tubo di vetro. Scesi i miei ventun piani per comprarne un’altra, ma appena in strada mi avvidi che il 99c store dove le vendevano aveva già’ chiuso da un pezzo, cosi’ come quasi tutti i negozi li’ attorno: saracinesche e spranghe, tanto per scongiurare i vandalismi del 1979. Il negozietto dei cubani dov’ero sceso a vedere il crollo delle torri la mattina dell’undici settembre teneva aperto anche al buio, ma faceva entrare solo una persona alla volta; tanto ci conoscevano, eravamo tutti del vicinato. Dei due bar-ristoranti, uno era chiuso, coi camerieri seduti davanti alla porta, e l’altro teneva aperto per dar fondo alla birra e ai beveroni freddi prolungando la happy hour. Finisco un’altra volta: il computer ha delle storie. I bar, dicevo, prolungavano la happy hour e svendevano birra fredda e frozen marguaritas che in realta’ erano appena freschetti. Visto che non si poteva generare l’elettricità’ comunque, tanto valeva farsi un drink. E l’apocalisse di fuoco? Si’, buonanotte… dopo l’undici settembre, hai voglia… Già’: visto che si Mi sono accorto del black-out quando ho visto il computer spento e non ho potuto riaccenderlo. … Cosi’ mi accorsi di avere in casa solo una candela, bella grossa e avvolta da un tubo di vetro. Scesi i miei ventun piani per comprarne un’altra, ma appena in strada mi avvidi che il 99c store dove le vendevano aveva già’ chiuso da un pezzo, cosi’ come quasi tutti i negozi li’ attorno: saracinesche e spranghe, tanto per scongiurare i vandalismi del 1979. Il negozietto dei cubani dov’ero sceso a vedere il crollo delle torri la mattina dell’undici settembre teneva aperto anche al buio, ma faceva entrare solo una persona alla volta, tanto ci conoscevano, eravamo tutti del vicinato. Dei due bar-ristoranti, uno era chiuso, coi camerieri seduti davanti alla porta, e l’altro teneva aperto per dar fondo alla birra e ai beveroni freddi prolungando la happy hour. Finisco un’altra volta: il computer ha delle storie. I bar, dicevo, prolungavano la happy hour e svendevano birra fredda e frozen marguaritas che in realta’ erano appena freschetti. Visto che non si poteva generare l’elettricità’ comunque, tanto valeva farsi un drink. E l’apocalisse di fuoco? Si’, buonanotte… dopo l’undici settembre, hai voglia… Già’: visto che si trattava solo di un po’ di buio e di candele, i newyorkesi se la sono presa comoda. Hanno acceso le due candele o le due torce elettriche che avevano in casa e si sono messi quieti in casa, anche se, come me, hanno dovuto fare un bel po’ di scale. Chi si e’ trovato in metro1 o in ascensore ha aspettato con relativa tranquillità’ le squadre di soccorso, che si sono veramente date da fare. Gli altri hanno scarpinato fino a casa o hanno preso un tassi’. Intanto e’ arrivato il tramonto verso le sette e tre quarti, quando tutti più’ o meno erano a tavola (a casa, naturalmente, coi ristoranti chiusi). Il più’ e’ stato trovarsi col frigo spento e, dopo qualche ora, senz’acqua dai rubinetti. Al primo s’è’ risolto con una cena improvvisata: la vicina m’ha invitato a mangiare la seconda bistecca che aveva in frigo e io l’ho ricompensata con un contorno di melanzane che avevo da ieri. Per l’acqua, ne avevo già’ spillati sei litri in tre bottiglie di plastica da cocacola; le ho ancora sopra il frigo. C’è’ buon senso a tutto, come diceva quel tale.
dall’archivio di bondeno.com