La mia generazione a scuola

A pagina 37 del mio lavoro “Offerta formativa e offerta occupazionale nel comune di Bondeno” c’è una tavola dei flussi scolastici che interseca anche gli anni ’60 e merita qualche considerazione. Analizzandola in dettaglio:

vediamo che i 950.000 alunni iscritti alla prima elementare nell’anno scolastico 1953/54, sono rimasti 518.00 iscritti in prima media (il 54%); completano le medie, tre anni dopo, in 330.00 (il 63% di quanti le avevano iniziate) e si iscrivono alle superiori in 282.00 (circa 3 su 10). Vale a dire che negli anni ’50 si assisteva ad una forte selezione, alla quale si cercherà di rimediare con la istituzione della scuola media unica e la soppressione del c.d. avviamento professionale.

Nella tabella potete trovare anche la suddivisione per ordini di scuola in cui si distribuivano questi 282.000 iscritti:

ma andiamo avanti e vediamo quanti sono rimasti 5 anni dopo i diplomati: il 52%, praticamente dimezzati con le maggiori percentuali di abbandono negli Istituti Tecnici Industriali.

Licei a parte, le altre scuole rilasciavano un titolo già professionalizzante ed ecco quindi l’anno scolastico successivo presentarsi come matricole all’Università in 119.800, una percentuale piuttosto alta circa l’80%, nella speranza di conseguire un titolo di studio superiore, favoriti anche dal fatto che, per i meno abbienti, c’era la possibilità del presalario, che, per i fuori sede, arrivava a L.500.000 (il costo della Fiat 500 di allora).

Se analizziamo le provenienze degli iscritti vediamo che la maggioranza proviene dal liceo classico, che poteva accedere (essendoci un esame serio) a tutte le facoltà universitarie; seguono i commerciali (che di solito si iscrivevano a economia e commercio); le magistrali, che col diploma quadriennale potevano accedere solo a Magistero); il liceo scientifico (che poteva accedere a tutte le facoltà, ad eccezione di Lettere); i geometri, che di solito si iscrivevano ad Ingegneria e i diplomati dei tecnici che sceglievano la facoltà a seconda della specializzazione conseguita.

Ecco quindi le distribuzioni reali dell’anno accademico 1966/67 (Fonte Censis) delle matricole italiane, personalmente trovo abbastanza sorprendenti le elevate percentuali degli iscritti ad Economia e commercio e Magistero, ma quest’ultima era una scelta obbligata per i maestri che volevano una laurea, e ad economia si iscrivevano anche molti geometri.

Ed infine l’ultima tabella ci fornisce i valori assoluti dei laureati in corso, al termine del regolare curriculum di 6 anni per medicina, 5 per ingegneria, 4 per le altre lauree

Concludendo, solo il 52% degli iscritti si è laureato nei tempi tecnici previsti e questi 62.300 laureati costituiscono il 6.5% degli iniziali 950.000 nati nell’immediato dopoguerra .

Paolo Giatti

rielaborazione personale su dati Censis per i nati del 1947

Nota: potete richiedere le tabelle a pgiatti@tiscali.it

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