Argentina

“Sono Carlo Polastri, e sono qui per raccontarvi una favola. C’era una volta un maestro, un maestro elementare di nome Aladino… sì, sì è vero non è una bugia… Che viveva con la moglie, una gentile signora di nome Argentina, che faceva coltri e materassi… è vero anche questo, non sto dicendo bugie.., e Aladino e Argentina, non avendo figli, avevano una grande passione: il cinema. Avevano tre locali di proiezione, tre piccoli cinema, uno a Pilastri, dove vivevano, uno a Scortichino, dove andavano 2 volte la settimana in moto, uno a Masi Torello. Qui la signora Argentina andava in treno, da sola, dopo la proiezione si scaldava un poco di caffellatte sopra un fornelletto a spirito e dormiva là, su una brandina, in attesa dell’indomani del treno che la riportasse a casa. Poi un giorno decisero di aprire un cinema anche a Bondeno, e lo chiamarono con il nome della signora: cinema Argentina. Non era quello dove ci troviamo ora, era in viale della Repubblica, dietro la attuale Wonderfuf viaggi. C’era una grande sala per il cinema al chiuso, poi un grande spazio scoperto con la possibilità di proiettare il cinema all’aperto. Erano i tardi anni ’40 e il sabato si poteva anche ballare. Per diversi anni io ho abitato lì accanto, al n° 18, e andavo spesso al cinema col papà, e il pomeriggio con la bella stagione andavo a curiosare nello spazio dell’estivo, dove la signora Argentina allevava i porcellini d’India: ho scoperto solo molto più tardi che li mangiava…Qui ho conosciuto anche la famiglia del custode del cinema, il signor Pazzi, e avevo fatto amicizia anche col figlio, mio coetaneo, che si chiamava Argentino… Ricordo che d’estate potevo sentire le voci mitiche dei doppiatori cinematografici di allora, Gualtiero de Angelis, (la voce di James Stewart, Cary Grant, Dean Martin, George Raft, Henry Fonda, Kirk Douglas, Walter Matthau) e lina Lattanzi, (la voce di Joan Crawford, Greer Garson, Rita Hayworth, Myrna Loy, Greta Garbo…Poi venne la televisione, e il cinema per non perdere spettatori dovette adeguarsi: ricordo che ai tempi di Lascia o raddoppia si assisteva al primo tempo del film, poi un grande carrello avanzava nel corridoio centrale del cinema e si poteva vedere la trasmissione TV in un enorme cubo bombato… al termine lì carrello retrocedeva e si vedeva il secondo tempo. Ma venne una brutta sera di gennaio, nel 1963, ed il cinema bruciò completamente. Ricordo i bagliori che provenivano da oltre il muro dì cinta che separava casa mia dal cinema. Dopo qualche giorno andai a curiosare e ricordo il grande capannone a cielo scoperto e le travi dì legno carbonizzate e fumanti.. Ma il maestro e la signora non si dettero per vinti: raggranellarono quello che poterono e aprirono un nuovo cinema, in vìa Matteotti, e lo chiamarono…. Argentina, naturalmente. Però le grandi spese fatte, gli impegni, le dìfficoltà finanziarie costrinsero i nostri amici a rinunciare al loro sogno, a vendere il cinema a un nuovo proprietario. E fortunatamente questo nuovo proprietario era un signore altrettanto innamorato del cinema quanto lo era stato il precedente: parlo del signor Bolognesi. La favola del cinema Argentina da questo momento in poi la conoscete tutti: cinema di qualità, prime visioni in contemporanea con le grandi città, rassegne di film d’essai, e poi anche la possibilità di ospitare rassegne teatrali, spettacoli musicali, concerti, saggi scolastici, assemblee studentesche… ma tutto cambia, tutto finisce, tutto è destinato a sparire, prima o poi… L’avanzata del cemento ha già distrutto il cinema teatro Grandi. E questo glorioso locale chissà, forse seguirà la stessa fine: essere venduto per trasformarsi in appartamenti… Ma questa non vuole essere la sede per polemiche. Ciao, cinema Argentina, noi tutti ti avremo per sempre nel cuore
NOTA: correva l’anno 2010 e la storia fu pubblicata su PiùWeb da Lorenzo Guandalini

argentinaredames

Sopra mia zia Argentina con mia nonna Brenilde, sotto il maestro Bagnolati

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