Nel 1979 usciva l’omonimo film di Paolo Pietrangeli (visto ieri su Rai Storia); quello stesso ottobre iniziava le sue trasmissioni Radio Alto Ferrarese e a Francesco Mattioli sembrò naturale dare alla sua trasmissione di cantautori e musica italiana questo titolo.
Poi Francesco partì per il servizio militare, nel frattempo capitò a Bondeno il cantautore in persona che si offrì per esibirsi privatamente per pochi intimi invitati nella discoteca (chiusa) sottostante alla radio.
Fu così che, con una trentina di persone, facemmo cerchio con le seggiole per ascoltarlo cantare accompagnandosi con la chitarra
[…]Se anche canzoni come Nina (1966) di Gualtiero Bertelli o come Cara moglie di Ivan Della Mea furono assai cantate, vero inno del ’68 fu però Contessa di Paolo Pietrangeli, uno studente comunista lettore di “Classe Operaia” e di “Operai e capitale”, che la scrive nel maggio 1966 durante l’occupazione dell’Università di Roma seguita all’uccisione dello studente Paolo Rossi da parte dei fascisti, avvenuta il 27 aprile. E la scrive in una notte, prendendo spunto dalle conversazioni che una certa vecchia borghesia faceva a proposito di quell’occupazione e di pretese orge sessuali e dalla cronaca di un piccolo sciopero avutosi a Roma in una fabbrichetta, dove il padrone, certo Aldo, aveva chiamato la polizia contro i suoi operai che facevano picchettaggio.” (dal sito internet https://www.antiwarsongs.org/canzone…. )
Ricordo “I giorni cantati”: andava in onda attorno alle due del pomeriggio e la ascoltavo sempre volentieri. Le voci italiane non erano molto diffuse a casa mia, dove i dischi si dividevano tra la musica classica e il folk-rock angloamericano, su cui ho imparato un bel po’ d’inglese. I cantautori italiani mi arrivavano con la voce di Francesco Mattioli, che ho poi conosciuto bene e che mi manca moltissimo.
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A me manca anche Mauro Mestieri che vedete nella foto correlata; sopra; la sua trasmissione “di tutto un pop” andava in onda subito dopo
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Dopo la partenza di Francesco, si avvicendarono diversi conduttori, tra cui il sottoscritto che registrò una trasmissione dedicata a Gaber:
https://archive.org/details/gc_gaber
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