Se non vi interessa la storia della candela, passate direttamente al mio ricordo
Fino a circa un secolo fa, le candele rappresentavano il mezzo di illuminazione per eccellenza. Non vi era abitazione, infatti, senza questo importante strumento volto a dare un po’ di luce alla propria casa. Allo stesso tempo le candele sono utilizzate anche per onorare i cari defunti, accompagnandoli nel nuovo percorso ultra terreno.
Presso i Romani venivano utilizzato cordoni di canape immersi nella pece, o in cera animale. In seguito, invece, fecero la loro comparsa delle torce costituite di fibre di papiro immerse in pece e ricoperte di cera. Le candele, così come le intendiamo al giorno nostro, apparvero al tempo delle persecuzioni cristiane, mentre nel primo Medioevo sono apparse le candele a stoppino, ottenute col metodo del cucchiaio, e più tardi anche con la colatura in forme.
Nel 1818 Braconneau e Simonin e nel 1820 Manjo, preparavano candele di stearina. Gli studi del Chevreul danno così il via alla cosiddetta industria stearica su basi scientifiche. Il 25 gennaio 1825 prese quindi un brevetto per la scissione dei grassi neutri e la preparazione degli acidi stearico e margarico.
Questo brevetto, francese, diceva: “non avendo ancora nessuno fatto l’applicazione dei corpi grassi, saponificati mediante gli alcali o gli acidi, all’illuminazione, noi intendiamo col nostro brevetto fare tale applicazione, cioè ci riserviamo il diritto esclusivo di preparare per l’illuminazione gli acidi grassi solidi o liquidi che si ottengono saponificando con potassa o con qualunque altro mezzo i seghi, i burri e gli oli, saponifichiamo i corpi grassi che destiniamo all’illuminazione o che vorremmo lasciare allo stato di sapone, sia alla temperatura ordinaria di ebollizione alla pressione atmosferica, sia ad una temperatura più elevata con pressione di parecchie atmosfere… separiamo gli acidi stearico e margarico dall’acido oleico mediante i seguenti processi”.
Le candele steariche
Le steariche preparate da Chevreul e da Gay-Lussac con i lucignoli ordinari non bruciavano proprio bene e in seguito si è registrato un notevole miglioramento grazie al trattamento dei lucignoli con bagni acidi e l’introduzione del lucignolo ritorto. Nel 1840, Cahouet decise di riunire più stampi in un solo telaio, mentre nel 1846 Newton realizzò la prima macchina per candele.
L’anno successivo Droux introdusse la macchina di Newton in Francia, dove furono apportanti notevoli perfezionamenti, che permisero di ottenere la macchina che viene utilizzata ancora oggi. Un evento importante per l’industria stearica l’introduzione, segnato dall’introduzione delle cere minerali.
Dietro ad ogni candela, quindi, non si nasconde solamente un oggetto in grado di illuminare la stanza. Anzi, si tratta di un oggetto in grado di racchiudere un pezzo importante della nostra storia. In effetti, con il termine candele steariche, si fa proprio riferimento all’origine delle candele. Quest’ultime infatti, in passato erano composte solamente con stearina, un miscuglio tra acido stearico ed acido palmitico, che iniziò ad essere utilizzato a partire dal 1818.
Il mio ricordo
io abito tuttora di fronte alla chiesa di San Giovanni, il cui parroco era Don Guerrino Ferraresi che comprava le candele da Chiesa da mio nonno, in drogheria, in casse spedite direttamente dalla Mira Lanza che le produceva (ricavandole però, come quelle casalinghe, dalla cera d’api, che faceva decisamente meno fumo).