Traduce il nostro “e intanto” che, nei fumetti e nei fotoromanzi, indica la transizione da una azione all’altra (resa di solito anche con un diverso carattere grafico).
Questo per dire quello che facevo io quando non gonfiavo palloncini (vedi il post precedente):
ero all’università alle prese con le esercitazioni di latino in cui si spiegava (lo ricavo dai miei appunti dell’epoca) che le interrogative possono essere reali e si traducono con cur non più indicativo; esprimere un dubitativo di protesta, cur non + congiuntivo; irreali, quidni+congiuntivo; esprimere un imperativo, quin+ indicativo.
L’esame era scritto e obbligatorio (se non lo passavi non andavi all’orale) e consisteva in una traduzione dall’italiano in latino.
Presi 18 (che fortunatamente non faceva media per la laurea)