Non vorrei aver dato impressioni sbagliate nel mio post precedente parlando di Achille Ardigò (che avevo già conosciuto ad un convegno quando frequentavo ancora la facoltà di Lettere); come potete leggere su wikipedia fu lui a creare a Bologna la facoltà di Scienze politiche (di cui fu anche preside).
Leggere alcune osservazioni di Ardigò sul sistema sanitario del paese, oggi in questo particolare momento, credo colpisca tutti. Ardigò nel 1984, in una audizione della commissione Igiene e sanità del Senato sullo stato di attuazione della L. 833 e sui rischi di una non effettiva attuazione della stessa, afferma: se c’è una tendenza regressiva che emerge con forza nella attuale crisi […], essa è la deterritorializzazione. Il polo intermedio tra l’ospedale e il medico generico è quello che subisce le maggiori limitazioni, la medicina di base, non può essere lasciata all’individualismo dei medici di base e isolata dalle USL, e il polo territoriale (quello dei poliambulatori integrati in modo moderno, dei consultori, delle équipes mobili), non può essere disatteso. Ed ancora esiste una terza questione quello della mancata partecipazione degli utenti, in stretto collegamento con i consigli circoscrizionali, per rendere effettivo l’ambito dell’integrazione sociale e sanitaria.
riportato da Anna Maria Bertazzoni