Tramontata l’era del movimento, giunto dall’America, degli hippy, molti giovani della fine degli anni sessanta e l’inizio dei settanta costituirono un nuovo movimento spontaneo detto dei freak (termine inglese traducibile con l’italiano diversi) che aveva sostituito i vecchi hippy pur continuandone la tradizione. I freak, italianizzati col neologismo fricchettoni, inizialmente non erano politicizzati ma si amalgamarono attorno al mondo del rock, e della controcultura in genere, appena giunto in Italia all’inizio degli anni Settanta, del quale contestarono la crescente industrializzazione e la dipendenza dalle majors ovvero le grandi case discografiche internazionali.
Questo movimento spontaneo ruotava attorno alla cosiddetta cultura underground che in Italia si legò alla rivista Re Nudo e alla casa editrice Stampa Alternativa ma anche ad altre riviste minori, talvolta nemmeno stampate, ma che giravano sotto forma di fogli ciclostilati. L’underground italiano contestava in toto la società borghese entrata in crisi alla fine degli anni Sessanta dopo il decennio del cosiddetto boom economico. Ma non si riconosceva nemmeno nelle strutture della sinistra parlamentare ed extraparlamentare ispirandosi piuttosto ai rappresentanti del Beat Generation americana e ai suoi scrittori e poeti come Jack Kerouac e Allen Ginsberg e al movimento situazionista francese.
Aggregati sotto lo slogan: Il rock è nostro le prime contestazioni avvennero con il rifiuto di pagare prezzi giudicati troppo elevati per i concerti rock proponendo un prezzo proletario o il diritto di potervi assistere senza pagare. Su questa onda si avvicinarono alle frange più estreme dei movimenti extraparlamentari di sinistra organizzando dei veri e propri blitz, chiamati sfondamenti, che li portarono spesso a contatti violenti con le forze dell’ordine. Opponendosi ai valori fondamentali della borghesia come quelli della patria e della famiglia, li sostituirono con una pratica alternativa della famiglia allargata (le cosiddette Comuni), della libertà sessuale e della liberalizzazione delle droghe. I freak s’ispirarono ai saggi del filosofo tedesco Herbert Marcuse, a quelli di David Cooper sulla critica della famiglia, e soprattutto a quelli sulla liberazione sessuale di Wilhelm Reich. Per la cultura delle droghe fu basilare anche il pensiero di Timothy Leary, sperimentatore dell’uso dell’LSD.
https://it.wikipedia.org/wiki/Indiani_metropolitani
https://it.wikipedia.org/wiki/Movimento_del_%2777