Viaggi

in alto da sinistra il palazzo dei Congressi di Stresa in cui andammo io e mio fratello per una convention di fantascienza nel 1980; poi lo zuccherificio di Bondeno in una campagna saccarifera; quello succeessivo era il palasport di Roma Eur per un concorso nazionale poi una udienza papale in piazza S. Pietro.

Le ultime foto riguardanoil trasferimento della RAF nella sede del circolo AICS “il Baracco” in Via Fermi a Bondeno, col relativo montaggio dell’antenna ad opera di Danilo Tassi e Roberto Cavagna

Radio libere

Il recente passaggio televisivo del film “Radiofreccia” mi ha fatto venire in mente la storia di quelle di Bondeno, che ho vissuto personalmente.

La prima fu Radio Bondeno: nata nel 1975 per iniziativa del mobiliere Chiodi era gestita da Arveda e Cavallini in Borgo Carmine nel sottoscala del suo negozio-esposizione ( c’è ancora il ponticello sull’argine che permette di identificare il punto esatto); qui feci le mie prime esperienze ospite di Sandro Marchetti nella trasmissione serale Planet end.

Insoddisfatto, assieme ad altri “reduci” nell’ottobre 1979 decidemmo di fondare Radio Alto Ferrarese (RAF), alla quale si accedeva dalla galleria Grandi a Bondeno; poi ci trasferimmo (stavolta col telefono) in Via Fermi , sotto all’ attuale Bar Arci (baraccone) e qui resistemmo fino al maggio 1981; contemporaneamente sorse radio Hockey della quale non so nulla.

Quanto a noi ciascuno prese la sua strada e di questa piacevole esperienza rimane il gruppo su Facebook:

https://www.facebook.com/groups/radioaltoferrarese

I giorni cantati

 

Paolo Pietrangeli

 

Nel 1979 usciva l’omonimo film di Paolo Pietrangeli (visto ieri su Rai Storia); quello stesso ottobre iniziava le sue trasmissioni Radio Alto Ferrarese e a Francesco Mattioli sembrò naturale dare alla sua trasmissione di cantautori e musica italiana questo titolo.

Poi Francesco partì per il servizio militare, nel frattempo capitò a Bondeno il cantautore in persona che si offrì per esibirsi privatamente per pochi intimi invitati nella discoteca (chiusa) sottostante alla radio.

Fu così che, con una trentina di persone, facemmo cerchio con le seggiole per ascoltarlo cantare accompagnandosi con la chitarra

[…]Se anche canzoni come Nina (1966) di Gualtiero Bertelli o come Cara moglie di Ivan Della Mea furono assai cantate, vero inno del ’68 fu però Contessa di Paolo Pietrangeli, uno studente comunista lettore di “Classe Operaia” e di “Operai e capitale”, che la scrive nel maggio 1966 durante l’occupazione dell’Università di Roma seguita all’uccisione dello studente Paolo Rossi da parte dei fascisti, avvenuta il 27 aprile. E la scrive in una notte, prendendo spunto dalle conversazioni che una certa vecchia borghesia faceva a proposito di quell’occupazione e di pretese orge sessuali e dalla cronaca di un piccolo sciopero avutosi a Roma in una fabbrichetta, dove il padrone, certo Aldo, aveva chiamato la polizia contro i suoi operai che facevano picchettaggio.” (dal sito internet https://www.antiwarsongs.org/canzone…. )

Mina

 

5043
Incredibilmente Wikipedia dedica una intera voce ad un singolo album di Mina che io possiedo e portai anche in radio (RAF vedi voce):

Cinquemilaquarantatre è il ventunesimo album della cantante italiana Mina, pubblicato su LP a giugno[1] del 1972 dall’etichetta discografica di proprietà della cantante PDU.[2]

Il disco

Come l’album precedente NON ha una foto dell’artista in copertina, che tuttavia sarà stampata in diversi colori: verde, marrone, rosso, viola e blu. Nell’interno, realizzato con tre foderine perfettamente intercambiabili riposte una dentro l’altra, aventi tagli ed aperture per mostrare lo strato sottostante, l’ultima, apribile, conteneva, oltre al disco, un foglio con tutti i testi e, la stampa di una fotografia della cantante.

Gli inserti vennero eliminati nella ristampe successive su cd (EMI/PDU 090 7906892), che mancano perciò del particolare gioco ad incastro delle foderine. L’edizione verde della copertina fu quella adottata per la ristampa digitale (EMI 5355072).

Musicassetta (PMA 543) e stereo8 (P8A 30043), presentano un’ulteriore combinazione di colori mai adoperata per l’edizione in vinile.

Il titolo è desunto dal numero di catalogo del disco (PDU PLD L 5043) e venne pubblicato a trasmissione ormai avvenuta di tutte le puntate registrate del programma tv Teatro 10.[1]

L’edizione spagnola (Odeon J 064-93.937) ha copertina completamente differente.[3]

Arrangiamenti e direzione d’orchestra sono di Pino Presti, eccetto che per Balada para mi muerte (Astor Piazzolla) e Parole parole (Gianni Ferrio). Il tecnico del suono è Nuccio Rinaldis.

Successo e classifiche

Nonostante Mina faccia concorrenza a se stessa con il vendutissimo Mina, assolutamente al primo posto della classifica degli album, anche questo 33 giri ottiene buoni riscontri nello stesso periodo; sarà il più venduto per 8 settimane e resterà nelle prime 5 posizioni fino a dicembre, chiudendo il 1972 al 5º posto e sommando quasi 700.000 copie.[4]

I brani

  • Fiume azzurro
    Eseguita la prima volta a Teatro 10 (e con un testo leggermente diverso), fu inserita in un 45 giri promozionale dotato di copertina fotografica originale. Sarà cantata da Mina durante il concerto a La Bussola il 16 settembre 1972 e inclusa a novembre nell’album live Dalla Bussola.
È stata utilizzata per uno spot pubblicitario della Tassoni.
Filmato audio Fiume azzurro, su YouTube. URL consultato il 27 gennaio 2018.
  • Vorrei averti nonostante tutto
    Cantata da Mina anche in inglese, titolo Why? (Why Do You Treat Me Like You Do?) e testo di Norman Newell, è contenuta nell’album eponimo dell’artista (1978) destinato al solo mercato anglosassone. Più tardi comparirà nella raccolta internazionale I Am Mina (2011).
Incisa da Mina anche in lingua straniera (1972) e presente nelle raccolte Colección latina (2001) e Yo soy Mina (2011).
Un duetto dal vivo, in spagnolo, tra la cantante e lo stesso autore, è stato presentato durante l’ultima puntata (14 maggio 1972) di Teatro 10. È reperibile: sui CD Signori… Mina! vol. 3 (1993) e I duetti di Teatro 10 (1997); sui DVD Gli anni Rai 1972-1978 Vol. 1, contenuto nel cofanetto monografico in 10 volumi pubblicato da Rai Trade e GSU nel 2008, e I miei preferiti (Gli anni Rai) (2014).
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Parole parole.

Tracce

Lato A
  1. Fiume azzurro – 3:58 (testo: Luigi Albertelli – musica: Enrico Riccardi; edizioni musicali PDU/Ritmi e canzoni)
  2. Vorrei averti nonostante tutto – 4:36 (testo: Alberto Testa – musica: Virca[5], Danilo Vaona; edizioni musicali PDU/Fox)
  3. Io ti amavo quando (You’ve Got a Friend) – 4:19 (testo: Paolo Limiti – musica: Carole King; edizioni musicali Screen bems)
  4. È proprio così, son io che canto (Hey Mister, That’s Me up on the Jukebox) – 3:34 (testo: Giorgio Calabrese – musica: James Taylor; edizioni musicali April)
  5. Suoneranno le sei (Balada para mi muerte) – 3:55 (testo: Giorgio Calabrese – musica: Astor Piazzolla; edizioni musicali Fp4)
Lato B
  1. Le mani sui fianchi – 2:55 (testo: Gian Franco Reverberi – musica: Romolo Forlai, Gian Franco Reverberi; edizioni musicali PDU/RCA)
  2. La mia carrozza – 3:48 (testo: Mario Nobile – musica: Mario Nobile, Guido Bolzani[6]; edizioni musicali PDU)
  3. Cosa penso io di te – 4:13 (testo: Luigi Albertelli – musica: Roberto Soffici; edizioni musicali PDU/Fono Film)
  4. Delta Lady – 2:25 (Leon Russell; edizioni musicali Skyhill)
  5. È mia (Menina) – 3:48 (testo: Giorgio Calabrese – musica: Paulinho Nogueira; edizioni musicali PDU/Elisabetta)
  6. Parole parole (feat. Alberto Lupo) – 3:55 (testo: Leo Chiosso, Giancarlo Del Re – musica: Gianni Ferrio; edizioni musicali Curci/Music Union)