Argentina (cinema)

Finalmente ho trovato una foto che cercavo da tempo, il nonno paterno nell’atrio del cinema Argentina. Il cinema che brucio’ e che aveva l’ingresso davanti al chiosco dell’Artemisia. Questa credo sia una delle poche fotografie di questo cinema, o forse l’unica.

Marco Dondi

Innovazione

FORSE LA VERA INNOVAZIONE A SCUOLA È TORNARE INDIETRO

Le nuove tecnologie occupano ormai ogni angolo del nostro tempo, anche quello dedicato a scuola. Si fa sempre più pressante l’idea che a scuola si debbano usare aule immersive da 60mila euro per imparare le tabelline, intelligenza artificiale per diventare più intelligenti, tablet per non leggere e scrivere su carta.

L’innovazione porterà a migliorare la scuola ma in 20 anni di innovazioni spettacolari affidate forzosamente agli strumenti tecnologici non abbiamo visto alcun miglioramento della scuola.

Le “performances” come le chiamano alcuni altolocati della scuola restano basse e calano sempre più.

A scuola 40 anni fa mi hanno insegnato una cosa importante: se una strategia non funziona e non migliora le cose, forse è sbagliata e forse occorre tornare indietro, magari provarne un’altra.

E invece no, gli studenti di mezza Europa vanno male in matematica quindi si propinano soluzioni tecnologiche, gli studenti di tutta Italia vanno male in inglese, quindi si propinano soluzioni in aule immersive costose e inutili.

Io sono un informatico, lavoro con la tecnologia e spesso la tecnologia per il mio lavoro è un fine più che un mezzo, mi occupo di sviluppare programmi software e di insegnarlo ai miei studenti, ma sulle strategie didattiche intrise sino all’inverosimile di giocattoli tecnologici ne ho fin troppo piene le scatole.

L’altro giorno l’ennesimo fornitore intendeva proporre alla nostra scuola un’aula immersiva. Riteneva che rinnovare il classico laboratorio con dei pc nuovi non fosse innovazione.

Io comincio a pensare che la vera innovazione potrà essere quella in cui bandiremo gli strumenti inutili durante le lezioni,

quella in cui i cellulari saranno spenti,

quella in cui si riapriranno i libri di carta,

quella in cui gli studenti saranno in grado di leggere due pagine di seguito senza entrare nel panico,

quella in cui tornerà di moda l’uso del pollice opponibile per scrivere e disegnare a mano,

quella in cui osserveremo il reale prima che il virtuale.

Io sono convinto che il vero nemico dell’innovazione a scuola sia proprio l’uso smodato invasivo, pervasivo della tecnologia. Sono convinto che l’uso passivo della tecnologia uccida la creatività e l’immaginazione, comincio a pensare che l’omogeneizzato tecnologizzato priverà gli studenti della loro capacità di pensare, ragionare, immaginare e creare.

Forse la vera innovazione a scuola sarà tornare indietro e dire: abbiamo sbagliato.

Compagni di scuola

Il 16 dicembre riapre il ponte intitolato ad Armando Bononi (sotto il quale nuotavamo); la figlia era iscritta a lettere a Bologna e io le chiesi qualche consiglio generale su cosa portare all’università: mi consigliò un quaderno a fogli mobili con copertina rigida.

Lo possiedo ancora…

Sergio Staino

Quando ci saluta qualcuno con il quale sei cresciuta è più difficile trovare le giuste parole. Chi fosse Sergio lo sappiamo tutti così come sappiamo tutti quanto saremo orfani della sua delicatezza e della sua ironia. A me mancherà un caro amico del babbo al quale ho voluto molto bene e la cui famiglia mi ricordava sempre tanto la mia. Un abbraccio grande a Bruna, Ilaria e Michele. Qui una sua vignetta che mi regalò per i miei 18 anni e che conservo sempre con tanto affetto. Arrivederci #sergiostaino

Teresa Guccini

Francesco Guccini

Quando ho avuto il “comando” all’ università sono andato in via Paolo Fabbri 43 a intervistarlo sulle sue esperienze informatiche; è stato cortese come sempre e di questo gli sono grato…

IL NUOVO MILLENNIO
Nel 2000 esce Stagioni, quelle stagioni di tempo che Guccini da sempre osserva e registra nel suo personale calendario emotivo e sentimentale. All’interno di questo album sono da ricordare Stagioni, dedicata alla figura di Ernesto “Che” Guevara; Addio, critica esplicita alla società contemporanea; Don Chisciotte, cantata insieme al chitarrista Juan Carlos “Flaco” Biondini ed E un giorno, una lettera alla figlia Teresa. Il brano Ho ancora la forza è scritto a quattro mani con Luciano Ligabue e vince la Targa Tenco.
L’album successivo, Ritratti (2004), è caratterizzato da emozionanti quadri metaforici che ritraggono ed evocano uomini entrati nella grande storia per volontà propria o loro malgrado: Ulisse (Od?sseus), Ernesto “Che” Guevara (Canzone per il Che), Cristoforo Colombo (Colombo), Carlo Giuliani (Piazza Alimonda).
Nel 2005 è la volta di Anfiteatro Live, il concerto registrato l’anno precedente nell’anfiteatro di Cagliari. Il doppio CD è accompagnato da un DVD che ripropone integralmente il medesimo concerto.
Nel 2006 vede la luce la raccolta celebrativa di 40 anni di carriera: The Platinum Collection contiene 47 grandi classici della discografia gucciniana.
Nel 2010, Storia di altre storie raccoglie in un doppio album 30 tra i più grandi successi di Francesco Guccini e l’inedito Nella Giungla (brano scritto per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla liberazione di Ingrid Bétancourt rapita dalle FARC nel 2002).
Nel 2012, a quasi 9 anni di distanza dal precedente Ritratti, viene pubblicato l’ultimo album in studio di Francesco Guccini: L’Ultima Thule. Con queste canzoni (tra le altre, Canzone di notte n.4, L’Ultima volta, Il testamento di un pagliaccio) incise a Pàvana nel Mulino dei nonni, Francesco Guccini dichiara di volersi congedare dalla sua professione di cantautore.
Nel marzo 2013 il dvd La mia Thule documenta in un film, attraverso immagini e interviste inedite a Guccini e alla band, al lavoro presso il Mulino di Chicòn, a Pàvana, i momenti salienti che hanno caratterizzato le varie fasi della registrazione dell’ultimo disco. La mia Thule è risultato il sesto DVD musicale più venduto in Italia nel 2013 (classifica FIMI).
Nel 2015 Guccini ritorna a cantare come ospite nella canzone Le storie che non conosci, di Samuele Bersani e Pacifico: quanto ricavato dalla vendita del brano viene interamente devoluto in beneficenza alla Fondazione Lia, per finanziare, a Bologna, laboratori di lettura per bambini non vedenti o ipovedenti.
Sempre nel 2015, il Club Tenco decide di dedicare al cantautore modenese la storica rassegna che si svolge, ogni anno, a Sanremo.
Il 27 novembre 2015 esce una nuova raccolta di 10 CD (Studio, Live Acustico, Live, Collaborazioni e rarità) intitolata Se io avessi previsto tutto questo. Gli amici, la strada, le canzoni. In allegato, per la prima volta un libro corredato di foto inedite, all’interno del quale Guccini, raccontandosi in prima persona, commenta le proprie canzoni.
Nel novembre del 2017 viene pubblicato L’ostaria delle dame, cofanetto contenente le registrazioni live di tre concerti del cantautore (23 gennaio 1982, 14 gennaio 1984, 19 gennaio 1985) presso la “mitica” Osteria delle Dame, storico locale di Bologna di cui Francesco fu co-fondatore, assieme al frate domenicano Padre Michele Casali.
Nello stesso periodo, Francesco Guccini affida alla voce di Enzo Iacchetti e alla musica di Juan Carlos Flaco Biondini un testo politicamente scomodo, Migranti.
Nell’estate del 2018, sollecitato dai colleghi incide, per Morgan, un paio di versi della canzone Cantautore e per Roberto Vecchioni una strofa della canzone Ti insegnerò a volare, brano dedicato all’ex campione di Formula 1 Alex Zanardi.
Nel 2019 pubblica “Tralummescuro” e, nel mese di maggio, viene inserito tra i cinque libri finalisti al Premio Campiello.

Betty Page

Bettie Mae Page, conosciuta semplicemente come Bettie Page, è stata una modella statunitense, icona simbolo della bellezza fisica e di prorompente femminilità, conosciuta per essere stata una delle prime e più note pin-up. Wikipedia

Nascita: 22 aprile 1923, Nashville, Tennessee, Stati Uniti

Morte: 11 dicembre 2008, Kindred Hospital Los Angeles, Ladera Heights, California, Stati Uniti

Coniuge: Harry Lear (s. 1967–1972), Armond Walterson (s. 1958–1963), Billy Neal (s. 1943–1947)

Altezza: 1,66 m

Genitori: Walter Roy Page, Edna Mae Pirtle

Miss: Miss Pin-up Girl of the World

La reinterpretazione più recente e di Gianpaolo Lorenzoni su Facebook

Stefano Masini

Abbiamo avuto un lungo percorso comune: ha frequentato il liceo Roiti di Bondeno quando era ancora sede staccata di quello di Ferrara, poi ha militato nel partito popolare dove è stato eletto consigliere comunale.

E’ stato anche presidente del circolo degli astrofili di Bondeno, con cui abbiamo collaborato come Araba Fenice, condividendo la sede della coop Terza via assieme ad altre associazioni.

Attualmente vive a Cesena.

Il punto

Ho rinnovato oggi il mio blog personale paologiatti.org…

Il giovane Holden (The Catcher in the Rye) è un romanzo del 1951 scritto da J. D. Salinger.

Indice

Titolo originale

L’opera viene pubblicata negli Stati Uniti con il titolo di The Catcher in the Rye e allude a una strofa di una nota canzone in lingua scots attribuita a Robert Burns, Comin’ Through the Rye:

(SCO) «Gin a body meet a body
Coming thro’ the rye,
Gin a body kiss a body
Need a body cry?»
(IT) «Se una persona incontra una persona
Che viene attraverso la segale;
Se una persona bacia una persona
Deve una persona piangere?»

Il titolo nasce dalla storpiatura del secondo verso della strofa che il protagonista opera involontariamente in uno dei passaggi più importanti del romanzo quando, interrogato dalla sorella Phoebe su cosa voglia veramente fare da grande, risponde, ispirandosi alla scena evocata dalla poesia di Burns, “colui che salva i bambini, afferrandoli un attimo prima che cadano nel burrone, mentre giocano in un campo di segale“. In inglese, l’espressione suona bizzarra per l’immagine che evoca ma è formata da termini comuni: catcher indica anche il ruolo del ricevitore nelle squadre di baseball, mentre rye è popolare quanto il rye whiskey, un distillato che, secondo le leggi degli USA, deve essere prodotto impiegando almeno il 51% di segale.

La difficoltà della traduzione del titolo è stata risolta in vari modi; se le edizioni in lingua tedesca o portoghese hanno la possibilità di tradurre alla lettera senza impiegare termini goffi o inusuali (Der Fänger im Roggen, O Apanhador no Campo de Centeio), in francese la scelta cade su un elegiaco L’Attrape-Coeurs, traducibile letteralmente come “il rubacuori”. Nei paesi di lingua spagnola l’opera è invece nota con il titolo El Guardián entre el Centeno, che ha il pregio di mantenere in guardián l’idea che il protagonista associa alla parola catcher. In italiano, con una traduzione letterale il titolo sarebbe risultato “Il prenditore nel campo di segale”, Il prenditore nella segale o alternativamente, Il prenditore nella segale da whiskey[1] (altre possibili traduzioni sono Il terzino nella grappa, L’acchiappatore nella segale[2] o Il salvatore sul precipizio). Alla fine, il primo traduttore italiano optò per Vita da uomo, poi cambiato in Il giovane Holden nelle successive riedizioni, anche se il titolo originale resta comunque conosciuto anche fuori dal mondo anglosassone.

Copertina

Salinger desiderava che il libro venisse scelto per il contenuto e non per la copertina, per cui chiese all’editore che facesse uscire il libro con la copertina completamente bianca, ad eccezione del titolo e del suo nome: nonostante le richieste, l’edizione originale presenta un’illustrazione che ritrae un cavallo della giostra citata nel romanzo[3]; solamente in seguito (nel 1991) si giungerà ad una copertina bianca[4]. Anche la copertina dell’edizione italiana Einaudi, nella collana Tascabili, è bianca e non riporta neanche la trama o la biografia dell’autore[5].

Stranamente non l’ho mai letto, ma il fatto che l’autore (divorato dal demone della letteratura) sia morto a 91 anni mantenendo fede al suo proposito di non pubblicare mai, l’ho trovato beneaugurale!