Questa, però, è una necessità ineludibile: se, come tutto
sembra suggerire, la spinta neosovranista ha l’ambizione e il desiderio
di essere duratura, dovrà generare anche una corrente culturale e di
pensiero, che metta in rete personalità e menti oggi slegate e
che sia, per sua natura, il laboratorio capace di dare profondità e
lungimiranza a questa istanza, nell’ambito di un duplice percorso: fortemente identitario da un lato ma al contempo fortemente cooperativo a livello internazionale. E non è una contraddizione: si tratta di creare
un collante tra pensatori di diverse culture che credono nella
valorizzazione della propria identità ma che sono consapevoli di poter
incidere davvero se sapranno creare sponde, occasioni di incontro e di
cooperazione con intellettuali di altri Paesi che condividono
la loro stessa ambizione. I liberi pensatori che hanno avuto il coraggio
di esporsi personalmente oggi devono trovare la forza di trasformarsi
in un vero movimento. Di iniziare un percorso comune, polifonico
nell’identità ma solidale e coeso nelle intenzioni.
Marcello Foa
giornalista e scrittore
direttore Corriere del Ticino